Cosa cercano gli italiani in vacanza? Tradizione, autenticità e cibo tipico

E’ stata un’estate all’insegna della ripresa dei flussi turistici, per fortuna, ma anche una stagione caratterizzata da alcuni precisi trend che è interessante esplorare. Quali sono stati dunque i motivi che hanno spinto gli italiani a muoversi? La risposta arriva da una recente ricerca condotta da Bva Doxa per il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, che ha voluto indagare la passione dei nostri connazionali per gli spuntini salati della tradizione, rivisitati in chiave contemporanea.

Una storia da raccontare

La riscoperta di prodotti antichi e delle cucine tradizionali come espressione dei valori di un tempo è un vero e proprio trend: per 1 italiano su 2 (48%) la cucina tipica locale esprime la vera identità dei luoghi in cui è nata. Un altro fattore di attrazione è la varietà territoriale ed enogastronomica del nostro Paese: per 4 italiani su 10 (38%) la cucina locale è sempre diversa, a seconda della cultura e della tradizione del territorio e per il 33% parla di autenticità, in quanto specchio della memoria locale. Per 3 italiani su 10 (soprattutto Millennials) la cucina tipica locale si degusta alternando un pasto completo a tanti spuntini tipici, con finger food in movimento.

Lo snack del pomeriggio è salato

Per gli italiani il desiderio di scoprire i piatti della memoria locale cresce, ed è ancor più forte in vacanza. Ma quando sono fuori dalla propria zona di residenza, in che modo amano gustare la cucina di territorio? Se da un lato i boomer, tra i 55 e i 74 anni, si rivelano dei “conservatori” preferendo un pasto completo da consumare seduti a tavola (60%), sono i Millennials a dettare le nuove regole: per 3 italiani su 10 (soprattutto nella fascia 18-34 anni) la cucina tipica locale si degusta alternando un pasto completo con tanti spuntini tipici a base di finger food in movimento. Non solo, il 15% sostituisce direttamente i pasti con tanti break nel corso della giornata. In merito al luogo ideale per concedersi uno spuntino in vacanza, per 1 italiano su 2 coincide con l’immersione nella natura oppure con la contemplazione di un monumento o una bellezza architettonica, contro il 23% che preferisce il momento della passeggiata. Ma la domanda viene da sé: spuntino dolce o salato? Per quasi 4 italiani su 10 non c’è dubbio, il vincitore è lo spuntino salato, mentre il 27% ama alternarlo con il dolce e il 19% si rivela “rigoroso”, riservando il salato al pomeriggio e il dolce per la mattina.

Continue Reading

Rompere lo smartphone in vacanza: quali guai e dove?

Dove e come hanno rotto lo smartphone durante le vacanze estive 2022? Se a differenza degli anni precedenti quest’anno le partenze sono state più equamente distribuite, ovvero da fine maggio fino a metà settembre, tra il 94% degli italiani che sono partiti l’Italia è risultata la destinazione di viaggio preferita (74%), mentre chi ha scelto l’estero (26%) ha preferito quasi esclusivamente i Paesi europei. E anche quest’anno il WeFix Lab, il Dipartimento Statistico iFix-iPhone.com, ha stilato la classifica di regioni e nazioni e dei luoghi in cui gli italiani hanno rotto più di frequente il proprio smartphone. Tra le mete più ‘disgraziate’ c’è la Toscana, con la città di Firenze in testa, seguita da Trentino Alto Adige, Puglia e Sicilia, mentre all’estero una forte concentrazione di ‘incidenti’ è avvenuta in Francia, Grecia, Albania e Croazia. 

Piscine, laghi, stadi, piazze… e gli uomini sono i più distratti

Mare, piscine, laghi (34.9%) sono in testa per le ‘rotture’ degli smartphone, mentre gli stadi (24,5%) sono in seconda posizione, probabilmente anche per la riapertura dei concerti dal vivo. Seguono piazze/strade (15,6%), e montagna (13%). Se i giovanissimi e gli over 65 sono stati i più attenti ai loro dispositivi, è la fascia intermedia la più disattenta. Gli uomini, poi, sono gli utenti più distratti (57,8%), contro il 42,2% di donne che hanno rotto il proprio cellulare.  La marca in assoluto più riparata è la Apple (72%), con in testa l’iPhone X, che batte Samsung con una richiesta del 17% di riparazioni per il Galaxy S9. La causa è da ricercarsi probabilmente nel costo medio del ricambio e della manodopera che in questo caso risultano essere più alti. 

Sostituzione dello schermo al top delle richieste di riparazione 

Il giorno più nero in assoluto per gli smartphone è il mercoledì, con il 17,73% delle richieste, mentre il lunedì, storicamente il giorno peggiore, durante le vacanze si classifica al terzo posto (16.43%). Il week end invece è il momento con meno ‘incidenti’: sabato e domenica infatti si posizionano agli ultimi posti, con rispettivamente il 9,91% e l’8,32% di richieste.  Le riparazioni più effettuate sono la sostituzione dello schermo (38,54%), e una nuova entrata per la memoria piena (12,9%). Colpa dei social che intasano il telefono con foto e video inviati da amici.

I lombardi sono i più “nomofobici”

Un altro elemento riguarda la categoria di clienti ‘nomofobici’, ovvero che soffrono il distacco dallo smartphone. I lombardi in questo caso risultano i più ansiosi, mentre toscani e siciliani sono i più ‘rilassati’.  Ma quanto hanno inciso i rincari scatenati dall’inflazione sulla richiesta di riparazione? Abbastanza, infatti la richiesta di riparazione è cresciuta del 14%. Una buona notizia, non solo in termini di risparmio, poiché riparare uno smartphone costa meno rispetto ad acquistarne uno nuovo, ma anche dal punto di vista “green”. Una maggiore sensibilità ambientale induce le aziende a schiudersi al mondo della riparazione, che insieme ad altri settori favorisce la sostenibilità.

Continue Reading

Bambini e social media: sai che ci sono rischi per il mancato sonno?

Già da piccolissimi incollati alle app, tanto da perdere preziose ore di sonno. Ecco cosa provocherebbe l’uso dei social nelle generazioni più giovani, come afferma una recente ricerca condotta da un team della De Montfort University Leicester. Facendo proprio i “conti”, si è scoperto che i piccoli perderebbero addirittura una notte di sonno a settimana e che circa il 12,5% dei bambini di 10 anni si sveglia volontariamente nel cuore della notte per controllare le notifiche. 

La ricerca basata su storie reali

Il professore di psicologia che ha guidato lo studio, John Shaw, ha spiegato che il suo team ha coinvolto nella ricerca 60 bambini, tutti di dieci anni, provenienti da diverse scuole inglesi. La media di ore di sonno a notte si è attestata a 8,7, decisamente meno delle 9-11 consigliate per la loro fascia di età. Nell’arco di una settimana, questa carenza si traduce nella perdita di un’intera notte di sonno ogni sette giorni. Dei bambini “testati”, il 70% ha dichiarato di aver utilizzato i social media per più di quattro ore al giorno, con due terzi che hanno affermato di utilizzarli nelle ore subito prima di coricarsi. 

Il timore di “restare fuori”

“Il timore di essere estromessi, che è amplificato dai social media, sta influenzando direttamente il sonno dei più piccoli, che vogliono sapere cosa stanno facendo i loro amici” ha spiegato il dottor John Shaw durante un intervento al British Science Festival. “Se non sei online quando sta succedendo qualcosa, significa che non stai prendendo parte a quella cosa. Si cade in un loop: chi è ansioso va ancora più sui social media, il che lo rende più ansioso ancora, con un impatto negativo sul sonno”. TikTok ha il maggior coinvolgimento nei bambini intervistati, con il 90% che ha sottolineato di aver utilizzato l’app di notte. Snapchat è al secondo posto con l’84%, mentre poco più della metà ha usato Instagram.

Il ruolo del sonno

Il professore ha poi ribadito l’importanza del sonno nello sviluppo e nel mantenimento della salute di corpo e cervello, specie in giovane età, e ha concluso dando alcuni alcuni suggerimenti per migliorare il momento della buonanotte e ridurre l’uso dei social media. “È importante stabilire delle routine del sonno. E’ opportuno spegnere il telefono un’ora prima di andare a dormire. E se proprio si deve utilizzarlo, è fondamentale usare un filtro per la luce blu”. 

Continue Reading

Record di vendite per i prodotti a etichetta “sostenibile” 

Lo conferma l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy: la sostenibilità comunicata sulle etichette dei prodotti di largo consumo premia le vendite nei supermercati e gli ipermercati.
“Siamo di fronte a un universo di valori in veloce evoluzione e ampliamento, che coinvolge un numero crescente di prodotti – spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy -. L’offerta di prodotti con almeno un claim sulla sostenibilità in etichetta è aumentato del +5,3%, mostrando come le aziende siano impegnate su questo fronte e come scelgano di comunicarlo sempre più spesso ai consumatori”.
Il 25,6% dei prodotti a scaffale presenta on-pack uno dei 35 claim sulla sostenibilità rilevati, e nel 2021 queste 32.787 referenze (tra food, bevande, cura casa, cura persona e prodotti per animali domestici) hanno realizzato 12,5 miliardi di euro di vendite (+1,2%).

I cluster tematici dei 35 claim della sostenibilità

I 35 claim del mondo della sostenibilità sono stati suddivisi in quattro cluster tematici. Nel primo, Management sostenibile delle risorse (tra cui ‘riciclabile’, ‘meno plastica’ e la certificazione Ecolabel) sono stati individuati sull’11,8% dei prodotti. Il loro apporto al sell-out complessivo è del 19,2% e il loro giro d’affari è aumentato del +3,0% rispetto al 2020. Per Agricoltura e allevamento sostenibili, il 10,5% dei prodotti rilevati presenta in etichetta uno dei nove claim di quest’area (ad esempio, ‘senza antibiotici’ o ‘filiera’). La quota sulle vendite totali è del 7,8% e la crescita annua del sell-out +1,1%.

Dalla Responsabilità sociale al Rispetto degli animali

Le cinque certificazioni del paniere Responsabilità sociale (come FSC, Rainforest Alliance e Fairtrade) accomunano il 6,5% delle referenze, che contribuiscono per il 10,6% alle vendite complessive. Il trend annuo a valore è +3,5%. Inoltre, il 2,4% dei prodotti presenti in supermercati e ipermercati dichiara esplicitamente sulle confezioni l’impegno a tutela degli animali, utilizzando almeno uno dei sei claim rilevati nel cluster Rispetto degli animali ( ‘benessere animale’, ‘no cruelty’ o la certificazione ‘Friend of the Sea’). Complessivamente il loro apporto al sell-out totale è del 4,4% e la crescita +1,6%.

I panieri più dinamici: responsabilità sociale e management sostenibile delle risorse

Nel corso del 2021 i panieri più dinamici nel mondo della sostenibilità sono stati quello della responsabilità sociale e quello del management sostenibile delle risorse, le cui vendite sono cresciute a un tasso triplo rispetto alla media. Sopra media anche l’andamento annuo del paniere della responsabilità sociale, mentre di poco sotto media è stato il cluster di agricoltura e allevamento sostenibili. In termini di numero di prodotti a scaffale l’indicazione ‘green’ più presente in etichetta si conferma Biologico/EU Organic (10,1% delle referenze), seguita dalla certificazione FSC (5,2%) e dai claim ‘sostenibilità’ e ‘riciclabile’ (entrambi 2,9%). Quanto all’andamento delle vendite, i claim che hanno registrato i maggiori aumenti sono stati le certificazioni Ok-Compost (+35,3%) e Rainforest Alliance (+16,3%) e le indicazioni Mater-Bi (+19,4%) e ‘compostabile’ (+16,6%).

Continue Reading

Bollette ed elettrodomestici: quanto consumano e a quali non si rinuncia?

Con il prezzo dell’energia alle stelle la tentazione di staccare la spina per abbattere il costo delle bollette è forte. Basti pensare che in questi primi 8 mesi dell’anno una famiglia tipo ha speso per la sola bolletta elettrica circa 776 euro. D’altronde, gli elettrodomestici ci semplificano la vita, e sarebbe difficile tornare a fare il bucato a mano o usare la ghiacciaia per conservare i cibi. Quali sono quindi gli elettrodomestici a cui gli italiani non rinuncerebbero mai? Facile.it, con l’aiuto di mUp Research e Norstat, lo ha chiesto a un campione rappresentativo della popolazione nazionale, calcolando quanto questi apparecchi pesino sulla bolletta e considerando i consumi indicati nelle etichette energetiche dei dispositivi e il prezzo dell’energia applicato nel 2022 dal mercato tutelato per una famiglia tipo. 

Il più energivoro è il frigorifero

Dall’indagine emerge che l’elettrodomestico più amato dagli italiani è la lavatrice. Sarà che l’idea di tornare a lavare a mano i panni spaventa molte persone, di fatto il 62,7% degli intervistati ha dichiarato di non poterne fare a meno. Ma costa fare il bucato in lavatrice? Dal punto di vista dei consumi, considerando una lavatrice in classe A acquistata nel 2020, il costo annuo in bolletta è pari a 91 euro. Al secondo posto, battuto di un soffio, si posiziona il frigorifero, che conquista il 61,7% delle preferenze.
Dal punto di vista dei consumi, questo elettrodomestico rappresenta però uno dei dispositivi più energivori. Considerando che rimane in funzione 24h al giorno, un frigorifero da 350 litri con congelatore integrato, in classe A, comprato più di due anni fa, costa in bolletta 142 euro l’anno.

C’è chi rinuncerebbe a televisore, forno e lavastoviglie

Sul gradino più basso del podio si trova il televisore, oggetto ritenuto irrinunciabile dal 40% dei rispondenti. Non sorprende vedere come la percentuale sia nettamente più altra tra gli over 65, dove raggiunge il 55%, mentre crolli al 23% tra gli intervistati con età compresa tra i 18 e i 24 anni. Dal punto di vista dei consumi, ipotizzando un uso giornaliero di 4 ore, un televisore LCD da 40 pollici costa 35 euro l’anno. Quarto e quinto posto sono occupati da due elettrodomestici che spesso troviamo vicini nelle nostre cucine: il forno e la lavastoviglie. Il primo è stato indicato come irrinunciabile dal 19% dei rispondenti, mentre il secondo dal 14,6%. Considerando l’uso di ognuno di essi 1 volta ogni due giorni, il costo in bolletta per un forno elettrico da 70 litri è pari a 62 euro, mentre per una lavastoviglie è di 88 euro.

Dall’aspirapolvere al ferro da stiro passando per il condizionatore

Continuando a scorrere la graduatoria degli elettrodomestici più amati dagli italiani troviamo l’aspirapolvere (11,5%), mentre staccati per poco nelle posizioni basse della classifica si posizionano la macchinetta del caffè (9,7%), l’aria condizionata (9,4%) e il forno a microonde (7,4%). L’ultima posizione è occupata dal ferro da stiro (7%). Tra questi elettrodomestici, il sorvegliato speciale dal punto di vista dei consumi è il condizionatore, che secondo le stime di Facile.it può costare in bolletta fino a 232 euro.

Continue Reading

Vacanze estive 2022: gli italiani le scelgono ecosostenibili

L’86% degli italiani quest’anno vuole adottare comportamenti rispettosi dell’ambiente anche in vacanza. Più in dettaglio, il 46% preferisce alloggiare in strutture con certificazione di sostenibilità ambientale, il 77% fa attenzione a non disperdere rifiuti nella natura, il 43% raccoglie e smaltisce correttamente i rifiuti che trova dispersi nell’ambiente, e il 41% evita prodotti usa e getta preferendo, ad esempio, la borraccia alle bottigliette di acqua.  Insomma, gli italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità, ma potrebbero fare di più. È quanto risulta dal nuovo rapporto Pulsee Luce e Gas Index, l’osservatorio sulle abitudini degli italiani realizzato da Pulsee, brand digitale e green di luce e gas di Axpo Italia, in collaborazione con la società di ricerche di mercato NielsenIQ. 

Si può fare di più 

L’indagine evidenzia però che alcuni comportamenti sono migliorabili. Ad esempio, solo il 28% non si fa cambiare gli asciugamani tutti i giorni in hotel, e risulta contenuta anche l’attenzione verso prodotti cosmetici ecofriendly, come le creme solari che non inquinano i mari e non danneggiano i coralli (18%).
Inoltre, un italiano su due (51%) non raccoglie sabbia, rocce o vegetali locali per portarli a casa come souvenir, un’abitudine ancora radicata. E il 14% degli intervistati ammette di tenere comportamenti meno ecosostenibili in vacanza rispetto alla quotidianità della vita lavorativa.

Mezzi di trasporto: l’auto è la più usata per viaggiare

Il 73% degli italiani va in vacanza in auto, seguita da aereo (23%) e treno (14%), e solo il 2,8% si affida a servizi di mobilità in condivisione, come car sharing o pooling. Ma una volta arrivati a destinazione la situazione cambia radicalmente: oltre il 75% dichiara infatti di muoversi a piedi (57%) o in bici (18,5%). In generale, il 50% degli intervistati afferma che in vacanza fa più attenzione a scegliere alternative sostenibili rispetto a cinque anni fa. Questa sensibilità si declina nel criterio di scelta delle mete, con più dell’88% del campione che ha deciso di trascorrere le vacanze entro i confini nazionali. Il 23,1% addirittura nella regione di residenza.

In difesa dell’ambiente

La paura per il cambiamento climatico è molto alta per il 93% degli italiani, riporta Adnkronos. Tra i fattori di rischio figurano la contaminazione dell’acqua (90%), la perdita della biodiversità (96%), gli eventi meteorologici estremi e i disastri naturali (91%), l’inaridimento dei suoli (90%) e le microplastiche (92%). In aggiunta, secondo il 90% degli intervistati la difesa dell’ambiente dovrebbe essere uno dei valori più importanti in una società moderna e il Paese dovrebbe investire di più in fonti di energia rinnovabili (91%).

Continue Reading

Sai che i cybercriminali truffano facendo leva sul seguito di Stranger Things?

Stranger Things è una delle serie più famose di sempre, che ha tenuto incollati allo schermi milioni di telespettatori in atto il mondo. E così i cybercriminali, attentissimi a cogliere le passioni degli utenti di TV e Internet per poi sfruttarne le debolezze, si sono “inventati” nuovi metodi per truffare gli ignari fan. Come? A dare spiegazioni sono i ricercatori di Kaspersky, che segnalano come il desiderio dei patiti più accaniti di vedere i nuovi episodi il prima possibile sia stato attivamente sfruttato dai truffatori. Esistono infatti numerosi esempi di e-mail di spam e pagine di phishing progettate per rubare il denaro e le informazioni personali dei fan.

Il rischio di non utilizzare le piattaforme ufficiali

Anche se i nuovi episodi – quelli dell’attesissima quarta serie – sono già stati rilasciati, i fan non sono ancora al sicuro, perché non tutti scelgono di guardare la serie tramite la piattaforma ufficiale. Quando gli utenti si rifiutano di pagare un abbonamento a un servizio di streaming e scelgono di guardare un film o uno spettacolo su una pagina illegale, spesso si ritrovano a pagare un prezzo più alto di quello risparmiato: la perdita delle informazioni personali e dei dati della carta. Approfittando dell’interesse suscitato da questa popolare serie, alcuni criminali informatici hanno offerto agli utenti la possibilità di “guardare i nuovi episodi a solo 1 dollaro”. Per accedere a questa offerta è stato chiesto di registrare un nuovo account e di inserire il proprio indirizzo e i dati bancari. In seguito, dopo aver inserito le informazioni, i truffatori hanno prosciugato i portafogli delle vittime, senza che queste potessero accedere alla nuova stagione della loro serie preferita.

Anche spam pericolose

Gli esperti di Kaspersky hanno rilevato e-mail di spam che sfruttano la popolarità di Stranger Things. Questo tipo di email viene usato per vendere prodotti di dubbia qualità e viene diffuso attraverso email promozionali senza il consenso del destinatario. Ad esempio, in una delle e-mail di spam è stata data agli utenti la possibilità di acquistare magliette relative alla nuova stagione di Stranger Things, con grafiche in edizione limitata. Inoltre, il sito supportava tutte le lingue e tutte le valute per il pagamento. Non è detto che si tratti necessariamente di una pagina di phishing, ma il fatto che gli annunci di questi prodotti siano stati promossi tramite spam e che il dominio stesso sia stato creato solo di recente, fa sorgere dei sospetti sulla sicurezza di queste pagine.

Come proteggersi 

I ricercatori e gli esperti di sicurezza forniscono perciò una serie di consigli per evitare di essere vittima di truffe. Innanzitutto evitare evitare i link che promettono visioni anticipate di film o serie TV. Se si hanno dei dubbi sull’autenticità dei contenuti, è importante verificare la piattaforma ufficiale. Controllare l’autenticità del sito web prima di inserire i propri dati personali e utilizzare solo pagine web ufficiali e affidabili per guardare o scaricare film. Controllare due volte i format delleURL e lo spelling dei nomi delle aziende. Prestare attenzione alle estensioni dei file che state scaricando. Un file video non avrà mai un’estensione .exe o .msi; infine ultimo consiglio, ma non per importanza, adottare sempre una soluzione di sicurezza affidabile.

Continue Reading

Musei e teatri: ripartenza anche grazie alla digitalizzazione

Nel 2021 i numeri riferiti da musei, monumenti e aree archeologiche italiani testimoniano una decisa ripresa delle entrate da biglietteria. Anche per i teatri i numeri indicano una ripartenza, seppur meno decisa, anche a causa della minore possibilità di sfruttare il traino della stagione estiva. Sul fronte dell’innovazione digitale a supporto dei processi nei musei e nei teatri, nell’ultimo anno i numeri sono rimasti stabili, mentre su quello della produzione e distribuzione di contenuti digitali si è assistito a una razionalizzazione. Queste alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano.

Teatri più online rispetto ai musei

Gli strumenti digitali sono ormai un supporto importante ai processi gestionali nel settore della cultura. I teatri presentano mediamente livelli leggermente più alti dei musei: l’acquisto online, ad esempio, è disponibile nel 78% dei teatri e incide sul totale delle entrate in maniera più significativa rispetto ai musei. Dal sito del teatro transita, infatti, mediamente l’11% dei ricavi, e da altri intermediari online il 12% (musei, 7% e 4%). Quanto alle attività di marketing digitale, il 59% dei teatri fa advertising online o sui social, il 23% Search Engine Optimization, il 10% remarketingm il 58% raccoglie dati in modalità digitale e il 14% ha investito in sistemi di cybersecurity e data protection. Ambiti che registrano percentuali inferiori di adozione da parte di musei, monumenti e aree archeologiche rispetto ai teatri.

Gli investimenti futuri

Gli indicatori su cui musei e teatri risultano allineati riguardano l’attenzione alla pianificazione strategica e la presenza di personale dedicato all’innovazione digitale. In entrambi i comparti, solo 1 su 5 ha un piano strategico dedicato al digitale e 1 su 2 non ha nessuna risorsa dedicata.
Guardando agli investimenti futuri, per i musei si conferma prioritario lavorare su conservazione e digitalizzazione della collezione, che impegnerà il 28% delle risorse. Riprende centralità anche la digitalizzazione dei servizi di supporto alla visita in loco, per cui si stima verrà stanziato il 19% sul totale degli investimenti. Per i teatri l’investimento in digitale si concentrerà su marketing, comunicazione e customer care (40%) e ticketing, gestione delle prenotazioni e controllo accessi (18%).

Il journey culturale degli italiani

Per la fase di ispirazione e ricerca lo strumento più utilizzato sono i canali ufficiali del museo (sito, account social e newsletter, 49%), seguito da motori di ricerca (40%), passaparola (23%) e commenti e recensioni (22%). Nei teatri il canale più utilizzato è il motore di ricerca (28%), seguito dal passaparola (26%). Per la fase di acquisto, si conferma per i musei la prevalenza della biglietteria fisica (45%), tuttavia, è ormai diffuso anche l’utilizzo della biglietteria online sul sito dell’istituzione (30%) o di un rivenditore autorizzato (14%). Per gli spettacoli teatrali, invece, l’online è il canale prevalente, probabilmente anche per gli effetti della pandemia: il 34% ha acquistato sul sito del teatro e il 17% su quello di un rivenditore.

Continue Reading

Il bonus psicologo è legge: cos’è e come ottenerlo

Con la pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale del 28 giugno, il bonus psicologo è diventato una legge dello Stato. Si tratta di una facilitazione destinata a tutte quelle persone che, “a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, si trovano in una condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, e che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico”, come riporta Adnkronos. Come ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza “sarà l’Inps a offrire il portale per le prenotazioni e sarà anche il soggetto pagante rispetto ai professionisti che si renderanno disponibili e che l’Ordine nazionale degli psicologi sta coinvolgendo in tutta Italia”. E poi: “Chi ha bisogno di aiuto potrà scegliere liberamente il professionista tra coloro che devono aver aderito all’iniziativa. Il meccanismo immaginato consentirà di accedere al contributo senza oneri o anticipazioni da parte di chi vuole usufruire del bonus”. 

Di cosa si tratta

Questo bonus è un sostegno per avvalersi di consulenze di professionisti in materia di salute mentale, pensato come supporto per curare gli effetti della pandemia sulla psiche. Come si legge su Agenda Digitale, il bonus psicologo sarà assegnato entro tre fasce di reddito Isee che non dovranno superare i 50mila euro. Bisognerà poi spendere il contributo entro 180 giorni dal momento in cui lo si riceve. Chi è interessato alla facilitazione potrà presentare la domanda tramite il portale Inps, la procedura sarà disponibile per minimo sessanta giorni, accreditandosi con Spid, Coe o Cns; in alternativa, si può fare domanda tramite contact center Inps. In fase di presentazione della domanda si valuterà anche se la DSU presentata è valida oppure no, comunicandolo all’utente. L’Inps una volta ottenute le domande e concluso il termine per avanzare le richieste, stilerà una graduatoria su base regionale, a seconda della residenza dei richiedenti. Le domande saranno accolte fino a esaurimento fondi, dando priorità a chi ha reddito più basso.

A quanto ammonta

Come si legge su Studio Cataldi il bonus per l’assistenza psicologica è un contributo pari a 600 euro per ogni cittadino che abbia un reddito inferiore ai 50mila euro annui e abbia la necessità di pagarsi le sedute di psicoterapia. Per i cittadini non ci saranno dunque oneri aggiuntivi o anticipi da pagare. Il bonus si pone l’obiettivo di potenziare l’assistenza per il benessere psicologico individuale e collettivo, anche mediante l’accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia in assenza di una diagnosi di disturbi mentali, e per fronteggiare situazioni di disagio psicologico, depressione, ansia, trauma da stress. Particolare riguardo per bambini e adolescenti, soprattutto se appartengono a famiglie in difficoltà economiche. 

Continue Reading

Casa e abitare: verso un nuovo paradigma a prova di sfiducia 

L’indagine Nomisma 2022, Famiglie e Investitori alla prova di un Abitare Arricchito, esplora le condizioni socio economiche e abitative delle famiglie italiane, protagoniste dei cambiamenti epocali che stanno interessando il Paese. In un contesto generale di sfiducia, in cui 10,4 milioni di famiglie dubitano dei propri mezzi economici, 3,4 milioni sono comunque interessate a migliorare la propria condizione abitativa.
“Il tema dell’abitare è di grande rilevanza, ma oggi registriamo una grande difficoltà per l’accesso all’acquisto del bene in sé, e questo sta creando una serie di alternative quasi necessarie, che rendono il tema ancora più complesso – dichiara Adolfo Suarez, Partner Lombardini 22 -. La mancanza di fiducia rilevata dall’indagine Nomisma riflette l’incertezza diffusa e le insicurezze che stanno diventando strutturali, ma alle quali dobbiamo capire che risposta dare”. 

Ruolo del credito e vulnerabilità delle famiglie

“Il ruolo del credito è diventato imprescindibile e ha consentito di coniugare l’aspirazione di miglioramento abitativo con la possibilità reale di acquisto, ma è un canale che oggi rischia di ridurre le proprie dimensioni – spiega Luca Dondi, AD Nomisma -. Il mutuo, che è stato il trampolino per tante famiglie, oggi può diventare uno scoglio”.
Negli ultimi 12 mesi, “circa 880 mila famiglie hanno fatto fatica a pagare il canone di affitto e 330 mila famiglie hanno incontrato difficoltà con la rata del mutuo – aggiunge Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma -. Vulnerabilità che avranno a che fare non tanto con l’attaccamento alla casa, ma incideranno sul sistema di finanziarizzazione e selezione da parte del credito bancario”. 

Nuove esigenze legate a efficienza energetica, meno a contesto o servizi

Le famiglie che hanno una reale capacità di acquisto sono quelle più giovani, fra 18-34 anni (7,9%) e fra 35-44 anni (8%), che vogliono transitare dall’affitto alla compravendita (8,2%), e che hanno un reddito medio elevato. La domanda si concentra sui comuni capoluogo delle Città metropolitane.
“Siamo di fronte a un interesse abitativo che vede due ondate – ribadisce Marcatili -. Se nella fase pre-pandemica la domanda delle famiglie ricadeva sulla casa e non sull’abitare, oggi la situazione è molto diversa. Se prima le famiglie segnalavano come driver d’acquisto il contesto e i servizi, l’emergenza sanitaria ha mostrato le inadeguatezze di questi comfort”.
I nuovi bisogni sono legati, ad esempio, più all’efficienza energetica o alla ricerca di nuovi spazi interni ed esterni, che possano migliorare le relazioni familiari e conciliare vita e lavoro.

L’abitare diventa “arricchito”

Il concetto di ‘abitare sociale’ non è più adatto ai tempi. “È tempo di un nuovo paradigma: ‘l’abitare arricchito’, capace di guardare a tutte le diverse forme di vulnerabilità”, prosegue Marcatili.
L’abitare arricchito è quindi in realtà “una chiave trasformativa della propria fiducia per migliorare la propria condizione familiare – puntualizza Mercatili -. Non esiste una domanda aggregata pronta per l’uso, ma tante storie familiari da aggregare in maniera sociale di cui i fondi, i soggetti della finanza e il pubblico devono farsi carico”.

Continue Reading