Quattordicesima 2023: come la spenderanno gli italiani?

A stimarlo è Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto con Ipsos: tra la seconda metà di giugno e la prima settimana di luglio circa 10 milioni di italiani riceveranno una mensilità in più, per un totale di circa 14 miliardi di euro. Un’iniezione di liquidità che potrebbe generare 6,8 miliardi di euro di consumi da parte delle famiglie, una spinta considerevole, che si riverserà soprattutto sul turismo. Tra gli utilizzi più indicati per la quattordicesima c’è infatti la voce vacanze, scelta dal 51% degli italiani, e per la quale si stima che verranno ‘usati’ 3,7 miliardi di euro. 

Dallo shopping per i saldi estivi a pagare debiti, mutui e finanziamenti 

Segue l’intenzione di investirla nello shopping durante i saldi estivi (25%, circa 1,8 miliardi di euro), o l’acquisto di altri prodotti (18%, 1,3 miliardi di euro), e parte delle restanti risorse (circa 4,7 miliardi di euro), verrà impiegata per saldare conti in sospeso o pagare spese obbligate. Il 21% userà almeno una parte della quattordicesima per pagare debiti (circa 1,5 miliardi di euro), e il 15% per pagare mutui e finanziamenti (poco più di 1 miliardo di euro).

Vacanze studio, salute o investimenti?

Un altro 15%, invece, investirà parte delle risorse in più per pagare centri estivi o vacanze studio per i figli (1.106 milioni circa), mentre il 14% sceglierà spese legate alla sanità o alla salute (1.018,7 milioni). Inoltre, secondo le stime di Confesercenti, circa 1,5 miliardi di euro andranno a finire nel risparmio, fortemente eroso da questi mesi di alta inflazione. Il desiderio di impiegare parte o tutta la quattordicesima per incrementare le proprie riserve è indicato solo dal 21% degli intervistati, mentre il 12% indica anche fini di investimento, cui saranno riservati oltre 870 milioni di euro.

Dopo una primavera ‘fredda’ un’accelerazione per i consumi

“L’effetto quattordicesima potrebbe dare un’accelerazione importante dopo una primavera ‘fredda’ per i consumi, a causa della corsa dei prezzi e dell’aumento del peso delle spese obbligate sui budget familiari – commenta Confesercenti -. Si conferma dunque la necessità di salvaguardare il potere d’acquisto degli italiani: noi proponiamo di agire attraverso la leva fiscale, detassando gli aumenti retributivi previsti dai rinnovi dei contratti nazionali. Ci sono milioni di lavoratori in Italia che attendono il rinnovo del contratto, e un intervento di questo tipo velocizzerebbe la contrattazione e sbloccherebbe risorse per le famiglie. Secondo le nostre stime, porterebbe per il solo 2023 a una spesa per consumi aggiuntiva di 2,8 miliardi”.

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