Rischi emergenti: cambiamento climatico al 1° posto, ma preoccupano anche AI e inquinamento

Lo attesta la decima edizione del ‘Future Risks Report’ del Gruppo AXA: dal 2018, con l’unica eccezione nel 2020, quando il rischio maggiormente percepito era legato alla pandemia, in tutti i Paesi del mondo il cambiamento climatico si conferma in cima alla classifica dei rischi emergenti.
Anche in Italia continua a essere la minaccia maggiormente percepita, seguita da inquinamento e nuove malattie.

Tra le novità a livello globale, il rapido salto in avanti dell’Intelligenza artificiale.  
La classifica è stata realizzata in collaborazione con IPSOS attraverso un sondaggio internazionale che ha coinvolto 3.500 esperti e 20.000 cittadini. Obiettivo, comprendere e valutare la percezione della minaccia e dell’impatto dei rischi emergenti sulla società.

Esperti in allerta: guerra cyber legata a instabilità geopolitica?

Nel 2023 i rischi cyber entrano nella Top 3 della popolazione generale, mentre per gli esperti erano sul podio già da 6 anni. Ma gli esperti quest’anno evidenziano anche il rischio di una guerra ‘cyber’, collegandola al rischio di un’instabilità geopolitica, che occupa la terza posizione della classifica.

Tra le novità, a livello globale, anche la preoccupazione sui rischi legati allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale e dei Big Data, che registrano il maggior aumento nella classifica degli esperti, passando dal 14° posto nel 2022 al 4° posto nel 2023.Si tratta di un tema su cui emerge ancora la scarsa consapevolezza dell’Europa, e in particolare dell’Italia, dove nella Top 3 dei rischi maggiormente percepiti dalla popolazione viene posto l’inquinamento, mentre persiste, al 3° posto, il timore per nuove pandemie e malattie infettive.

Aumenta il senso di vulnerabilità

“Alla base – commenta Giacomo Gigantiello, ceo del Gruppo assicurativo AXA Italia – c’è un persistente senso di vulnerabilità avvertito delle persone”.
Il senso di vulnerabilità resta infatti elevato in tutto il mondo: a livello nazionale l’84% degli esperti (erano il 76% nel 2020) si sente più vulnerabile rispetto a cinque anni fa e a livello locale lo è il 73%. Era il 64% nel 2020.

Una tendenza evidente anche nella popolazione generale, con un aumento di chi si sente vulnerabile del 7% in tre anni, sia a livello nazionale sia locale.
A livello europeo, i cittadini italiani sono tra coloro che avvertono un maggiore senso di vulnerabilità.

Cresce la fiducia nelle assicurazioni

Tuttavia, in controtendenza rispetto al 2022, cresce a livello globale la fiducia nei confronti dei diversi attori coinvolti nel limitare le conseguenze di nuove crisi globali, con un chiaro ruolo assegnato agli assicuratori.

In Italia, il 30% dei cittadini sostiene che le istituzioni sono preparate a gestire i rischi legati al cambiamento climatico (vs 27% del 2022), e rispetto al 2022 cresce anche la convinzione che il settore privato possa dare un contributo importante a questo tema (31% vs 26% 2022).
Il 92% degli esperti e il 65% dei cittadini italiani (primi in Europa insieme agli spagnoli) ritiene, poi, che le assicurazioni avranno un ruolo importante nel limitare l’impatto dei rischi futuri sulla società.

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