Aumentano gli investimenti per attrarre talenti, ma non per trattenerli

Il Talent Trends Report di Randstad Sourceright ha individuato i 10 trend nella gestione delle risorse umane per il 2023 in 18 Paesi del mondo, tra cui l’Italia. E a quanto emerge le imprese italiane sembrano più attente all’attraction di talenti piuttosto che alle iniziative di retention. In un mondo del lavoro caratterizzato dalla ‘talent scarcity’, quasi tutte le imprese italiane stanno rielaborando i propri piani per le risorse umane. Con alcuni importanti passi avanti nelle strategie di attrazione del personale, ma anche con alcune carenze nella creazione della ‘talent expertise’, e scarsi investimenti in formazione e benessere dei dipendenti.

Solo il 23% delle aziende italiane ha potenziato la talent experience

Le risposte del Talent Trends evidenziano una visione un po’ ambigua da parte degli Hr italiani riguardo ai principali trend del settore. Nel nostro Paese i responsabili delle risorse umane si dichiarano fortemente impegnati in azioni di talent acquisition, con il 94% che manterrà o aumenterà gli investimenti per l’employer branding, e il 73% che ha realizzato strategie del personale basate sul creare valore totale per l’organizzazione piuttosto che sul ridurre i costi. Ma, alla prova dei fatti, solo il 23% delle aziende italiane, percentuale in grave ritardo rispetto al 76% a livello globale, ha potenziato negli ultimi 12 mesi la talent experience sulla base dei fattori che favoriscono l’attrazione, la fidelizzazione, il coinvolgimento e la mobilità professionale.

Aiutare i lavoratori a esprimere il proprio potenziale

Il 75% degli Hr italiani oggi dà maggiore importanza rispetto al passato alle competenze e al coinvolgimento dei dipendenti, ma solamente il 14% sta investendo in piattaforme di formazione per attrarre talenti, molto indietro rispetto al 63% rilevato a livello globale. Per circa un terzo degli Hr italiani (29%, una percentuale in linea con gli altri Paesi, 25%), poi, i licenziamenti hanno avuto un impatto negativo e il 23% offre ai propri dipendenti servizi di outplacement per superare questo problema.

Diversity&Inclusion, benessere e sicurezza e sostenibilità

Per attrarre nuovi talenti e offrire un’esperienza lavorativa significativa, quasi 7 Hr su 10 in Italia considerano determinanti le strategie di Diversity&Inclusion della loro azienda, tuttavia il 39% di loro teme che saranno meno prioritarie nel 2023. Inoltre, finita l’emergenza della pandemia, solo il 27% dei leader Hr spenderà di più in programmi di benessere e sicurezza (contro il 54% mondiale), mostrando un evidente gap rispetto alla media degli altri Paesi. Inoltre, riporta Adnkronos, c’è la diffusa consapevolezza che adottare pratiche etiche e sostenibili consenta di attirare talenti della Generazione Z, ma il 58% dei talent leader teme che la sostenibilità possa avere un impatto negativo sulla redditività, e il 56% che l’azienda possa considerarla meno prioritaria in caso di crisi economica.

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