Modelli organizzativi: per il 47% manager non sono agili

Per competere e creare valore l’impresa deve essere dotata di un management agile, in grado di cambiare strategie e metodologie aziendali. Ora più che mai la crisi generata dalla pandemia impone un cambiamento dei modelli aziendali, ma il ricorso allo smart working non si è ancora tradotto in un nuovo paradigma d’impresa. Dall’indagine dal titolo La scacchiera del valore, realizzata da Federmanager in collaborazione con Fondirigenti, il fondo per la formazione condiviso tra Federmanager e Confindustria, emerge uno scenario incerto: circa il 47% dei manager coinvolti ritiene di operare in un panorama aziendale “intermedio”, in cui approccio ordinario e nuovi paradigmi si incontrano. Il 37,1% però riporta esperienze con aziende ancora tradizionali e verticistiche, e solo il 16% considera tale paradigma una realtà già attuale in diversi contesti italiani.

Puntare su innovazione, crescita delle competenze e sostenibilità

Secondo il modello elaborato da Federmanager un’organizzazione aziendale agile si differenzia dal telelavoro perché si basa su 4 pilastri, autonomia, responsabilità, monitoraggio dei risultati e crescita delle competenze.

“Il modello – sottolinea il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla – rappresenta uno strumento utile e funzionale per i manager e le aziende, oggi al centro di una sfida senza precedenti, ovvero far ripartire il sistema produttivo ripensando i processi organizzativi e puntando su tre ambiti fondamentali: innovazione, crescita delle competenze e sostenibilità”.

Un sistema di devolved-decision making è considerato un’utopia

Sebbene lo smart working sta diventando protagonista delle analisi economiche e sociologiche degli ultimi mesi, si tratta di soluzioni prevalentemente di facciata. Secondo i manager la cosiddetta connected leadership è infatti un modello molto raro. Per il 31,4% di loro ciò si deve a un deficit di comunicazione degli obiettivi da parte del top management e per il 28,9% al fatto che le aziende vivono day-by-day e hanno una governance talmente frammentata da rendere impossibile la conoscenza degli intenti strategici ai collaboratori e agli stessi manager. Un sistema di devolved-decision making, di delega e distribuzione delle responsabilità e  condivisione delle scelte strategiche, è considerato addirittura un’utopia per il 26,3% dei manager.

Un modello per transitare dallo smart working all’agile management 

Networking, lavoro in team e condivisione della conoscenza sono ritenuti elementi essenziali di un’organizzazione agile, e per il 56,8% dei manager sono ritenuti possibili, ma poco realistici. Colpa, in parte, della governance aziendale, poco propensa a sviluppare una leadership flessibile, facilitatrice e motivante. Per transitare dallo smart working all’agile management il modello Federmanager propone tre asset su cui investire: la filosofia aziendale deve abbandonare gli strumenti novecenteschi a favore di una maggiore fluidità, la strategia deve improntarsi a una pianificazione dei processi chiara e adattiva rispetto al contesto mutevole, riferisce Adnkronos, e la metodologia deve favorire la condivisione e lo scambio delle competenze all’interno dell’organizzazione.

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