Empowerment femminile in Italia, a che punto siamo?

Come si realizza l’empowerment femminile nelle varie culture del mondo? Fermo restando che quello dell’eguaglianza di genere è un concetto universale, condiviso pressoché globalmente, resta il fatto che si possa esplicare in modi differenti. per scoprire come ciò accade nei vari Paesi, Ipsos ha lanciato Being Woman, un progetto di ricerca realizzato a livello Global, a cui hanno già aderito diversi Paesi, tra cui Cina, US, Francia e Italia. Quattro Paesi analizzati (e altri in arrivo) per descrivere le sfumature culturali e le differenze nella condizione femminile, nella rappresentazione, nelle ambizioni e per rispondere a due domande: cosa vogliono le donne? E cosa possono fare le aziende per ingaggiarle e rappresentarle in maniera vera e meno stereotipata? Lo scorso 28 aprile, in occasione di un appuntamento dedicato, sono stati anticipati i risultati italiani dello studio con l’obiettivo di aiutare l’audience a comprendere la donna attraverso una chiave di lettura diversa, ovvero quella di tipo culturale, che ne plasma il suo ritratto rendendolo così unico da Paese a Paese.

Le donne in Italia

Come precisa l’indagine, il vero empowerment femminile si crea solo quando le tensioni sono risolte ed esiste un allineamento tra tre pilastri principali. Si tratta di risorse sociali, cioè uguale accesso ai giusti asset di potere, quali ad esempio istruzione, indipendenza finanziaria, processo decisionale, lavori, compiti. In seconda battuta, c’è il pilastro dei sentimenti: la sicurezza in se stesse e la possibilità di ridurre il divario tra ciò che desidera e ciò che effettivamente si fa, ma bisogna prestare attenzione alla trappola dell’iper-performance. L’ossessione culturale italiana del ‘fare bella figura’ si riflette anche sulle questioni di genere, infatti, essere all’altezza di tutti i loro innumerevoli compiti è una sfida quotidiana e un sentimento condiviso per le donne italiane. Da qui nasce la trappola dell’iper-performance, che porta a un senso di potenziale frustrazione perpetua dovuta all’imperfezione. In questo senso, rimodellare i modelli aspirazionali è necessario per riuscire ad uscire dalla trappola. Infine, ci sono i comportamenti: la libertà e la capacità di diventare chi si vuole, anche contro le norme sociali, in molti casi sfruttando le tensioni per trovare un percorso di empowerment. 

Finanza e comunicazione

Ci sono altri due aspetti particolarmente interessanti nell’indagine. In primis lo stereotipo secondo cui le donne non sono capaci tanto quanto gli uomini di avere un ruolo attivo e positivo nella gestione delle finanze e, in questo senso, il crescente fenomeno delle Fin-Influencer sui social è la disgregazione di questo stereotipo. Le Fin-Influencer rappresentano quelle donne che hanno scelto di mettere le proprie competenze in ambito economico-finanziario al servizio della loro community online, che diventa sempre più ampia. Pio, c’è alla questione pubblicità/comunicazione: il 78% degli intervistati ritiene che la pubblicità ha il potere di influenzare come le persone si vedono e si percepiscono. La comunicazione è stata parte del problema nella definizione di stereotipi femminili in passato, ma ha l’opportunità di essere parte della soluzione in futuro. In che modo? Rappresentando la vita vera, al di là degli stereotipi.

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