Casa e abitare: verso un nuovo paradigma a prova di sfiducia 

L’indagine Nomisma 2022, Famiglie e Investitori alla prova di un Abitare Arricchito, esplora le condizioni socio economiche e abitative delle famiglie italiane, protagoniste dei cambiamenti epocali che stanno interessando il Paese. In un contesto generale di sfiducia, in cui 10,4 milioni di famiglie dubitano dei propri mezzi economici, 3,4 milioni sono comunque interessate a migliorare la propria condizione abitativa.
“Il tema dell’abitare è di grande rilevanza, ma oggi registriamo una grande difficoltà per l’accesso all’acquisto del bene in sé, e questo sta creando una serie di alternative quasi necessarie, che rendono il tema ancora più complesso – dichiara Adolfo Suarez, Partner Lombardini 22 -. La mancanza di fiducia rilevata dall’indagine Nomisma riflette l’incertezza diffusa e le insicurezze che stanno diventando strutturali, ma alle quali dobbiamo capire che risposta dare”. 

Ruolo del credito e vulnerabilità delle famiglie

“Il ruolo del credito è diventato imprescindibile e ha consentito di coniugare l’aspirazione di miglioramento abitativo con la possibilità reale di acquisto, ma è un canale che oggi rischia di ridurre le proprie dimensioni – spiega Luca Dondi, AD Nomisma -. Il mutuo, che è stato il trampolino per tante famiglie, oggi può diventare uno scoglio”.
Negli ultimi 12 mesi, “circa 880 mila famiglie hanno fatto fatica a pagare il canone di affitto e 330 mila famiglie hanno incontrato difficoltà con la rata del mutuo – aggiunge Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma -. Vulnerabilità che avranno a che fare non tanto con l’attaccamento alla casa, ma incideranno sul sistema di finanziarizzazione e selezione da parte del credito bancario”. 

Nuove esigenze legate a efficienza energetica, meno a contesto o servizi

Le famiglie che hanno una reale capacità di acquisto sono quelle più giovani, fra 18-34 anni (7,9%) e fra 35-44 anni (8%), che vogliono transitare dall’affitto alla compravendita (8,2%), e che hanno un reddito medio elevato. La domanda si concentra sui comuni capoluogo delle Città metropolitane.
“Siamo di fronte a un interesse abitativo che vede due ondate – ribadisce Marcatili -. Se nella fase pre-pandemica la domanda delle famiglie ricadeva sulla casa e non sull’abitare, oggi la situazione è molto diversa. Se prima le famiglie segnalavano come driver d’acquisto il contesto e i servizi, l’emergenza sanitaria ha mostrato le inadeguatezze di questi comfort”.
I nuovi bisogni sono legati, ad esempio, più all’efficienza energetica o alla ricerca di nuovi spazi interni ed esterni, che possano migliorare le relazioni familiari e conciliare vita e lavoro.

L’abitare diventa “arricchito”

Il concetto di ‘abitare sociale’ non è più adatto ai tempi. “È tempo di un nuovo paradigma: ‘l’abitare arricchito’, capace di guardare a tutte le diverse forme di vulnerabilità”, prosegue Marcatili.
L’abitare arricchito è quindi in realtà “una chiave trasformativa della propria fiducia per migliorare la propria condizione familiare – puntualizza Mercatili -. Non esiste una domanda aggregata pronta per l’uso, ma tante storie familiari da aggregare in maniera sociale di cui i fondi, i soggetti della finanza e il pubblico devono farsi carico”.

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