La zona libera della Carnia e del Friuli
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La Giunta di Governo della Zona Libera
La costituzione della Giunta
Verso la metà di agosto del
1944, giunsero in Carnia alcune personalità politiche di primo piano
della Resistenza friulana, quali don Aldo Moretti della Democrazia
Cristiana, Manlio Gardi del Partito Liberale, Gino Beltrame del Partito
Comunista, Nino Del Bianco del Partito d’Azione. Dagli incontri, poi,
con antifascisti locali quali Armando Zagolin, Luigi Nigris, Giovanni
Pellizzari, Aldo Fabian, Giovanni Cleva, Benedetto Plozner ed altri, e
con i comandanti delle formazioni garibaldine ed osovane, Mario Lizzero
e Romano Marchetti, scaturì l’accordo sulla necessità di costituire un Governo della Zona Libera della Carnia e del Friuli, cioè un Governo unico di tutta la zona liberata.Esso fu costituito ad Ampezzo il 26 settembre del ’44, nella sede del palazzo civico nella piazza oggi intitolata Piazza Zona Libera 1944. Ne facevano parte i
rappresentanti dei partiti antifascisti, delle formazioni partigiane e
delle organizzazioni di massa, cioè i Gruppi di Difesa della donna, il
Fronte della gioventù e i Comitati dei contadini.
Aveva così
inizio un’esperienza di alto valore politico e civile che non ebbe
eguali in alcuna delle repubbliche partigiane sorte in altre zone
d’Italia nella primavera-estate del ‘44 e che ebbe il carattere
peculiare di un’esperienza di autogoverno caratterizzata da autonomia
di decisione, dalla facoltà di legiferare e di operare autonomamente,
senza interferenze da parte dei comandi partigiani.
Fu un’esperienza breve - durò infatti dal 26 settembre al 10 ottobre,
giorno in cui il grande rastrellamento scatenato da nazisti, fascisti e
cosacchi ne impedì il funzionamento - ma di grande significato per
l’intensa azione di riorganizzazione civile che fu proposta.
Scrive lo storico della Resistenza Roberto Battaglia: “il
Governo libero della Carnia si delineò come un effettivo potere sorto
dal basso. Fu il coronamento legale dell’impetuosa offensiva estiva dei
partigiani Jriuiani. .“
Non va dimenticato che l’azione di
governo della Giunta della Zona Libera fu svolta in una zona annessa al
3° Reich, strategicamente essenziale per le comunicazioni ed i
trasporti da e per la Germania, assegnata infine alle orde disperate
dei cosacchi.
In quelle condizioni difficili si svilupparono
concetti di democrazia che sembravano ormai dimenticati dopo venti anni
di dittatura, e quelle esperienze anticiparono principi che furono poi
ripresi nella Costituzione dell’Italia repubblicana.
L’articolazione della Giunta
La
Giunta di Governo della Zona Libera, nell’arco della sua breve
esperienza, creò un’articolazione adatta a rispondere alle necessità
che si dovevano affrontare. Dapprima vennero creati gli Ispettorati: di
polizia, dell’istruzione, delle foreste, della giustizia, degli interni
e delle finanze. Gli Ispettori avevano il compito di vigilare sulle
misure prese nei vari settori di loro competenza.
Poi furono costituite Commissioni che avevano il compito di fornire alla Giunta indicazioni sulle questioni da affrontare. In tale senso operarono la Commissione per l’alimentazione, la Commissione per i prezzi, la Commissione per l’epurazione.
Infine vennero create le figure dei Sovrintendenti
che dovevano occuparsi di singoli problemi come quello della
distribuzione della carne, dei lavori pubblici da attuare, delle misure
sanitarie ecc.
Con questo insieme di organismi che nascevano dalla
necessità di risolvere problemi concreti e vitali per la popolazione,
la Giunta di governo affrontò questioni importanti e deliberò una serie
di provvedimenti rimasti unici in tutto il complesso delle repubbliche
partigiane italiane.
I più importanti decreti della Giunta
La scuola
Un
primo provvedimento fu costituito dal decreto sulla riapertura delle
scuole elementari, prevista per il 10 ottobre. Venne nominato un
ispettore incaricato della revisione del materiale scolastico (cioè dei
libri di testo) e dell’eventuale sostituzione di quei maestri che si
erano troppo gravemente compromessi con il fascismo. Per quanto
riguardava il manuale scolastico, data l’impossibilità concreta di
stamparne uno nuovo, i giovani del Fronte della Gioventù, ovviamente i
più interessati ai problemi della scuola, suggerivano l’adozione
provvisoria del libro “Cuore” di De Amicis.
L’indicazione non era
così ingenua come può oggi apparire: dopo un ventennio di esaltazione
della forza e di educazione allo spirito guerriero fra i giovani (si
ricordi il motto di Mussolini “libro e moschetto fascista perfetto”) il
libro di De Amicis diventava un testo di tutto rispetto ed apprezzabile
per il richiamo ai buoni e semplici sentimenti.
Il problema dei viveri
Esso
aveva dimensioni drammatiche, soprattutto per il blocco dei
rifornimenti della Zona Libera operato dai nazifascisti. Fu nominata
una Commissione di tre membri che, con l’appoggio determinante dei
Gruppi di Difesa della Donna, stabilì i modi per l’approvvigionamento:
furono reperite donne volontarie disposte a scendere in pianura e a
trasportare il grano. Le donne, che diedero un contributo eccezionale
per coraggio e abnegazione, scendevano a gruppi di 20 30 (ma ce ne
furono anche 150 al giorno) fino a Meduno, ultimo paese della Zona
Libera. Qui il servizio di intendenza le portava in pianura ai centri
di raccolta del grano, che l’Intendenza stessa aveva impedito che fosse
consegnato agli ammassi fascisti.
Ognuna caricava nelle gerle
cinquanta chilogrammi di grano e faceva di notte ritorno a Meduno. Qui
il grano veniva caricato sui carri o camions e portato all’interno
della Zona Libera.
In questo modo furono trasportati e consegnati alle famiglie della Carnia ben 5.000 quintali di grano in 15 giorni.
La riforma tributaria
La
Giunta di Governo elaborò un decreto di carattere finanziario con il
quale vennero abolite tutte le imposte e le tasse esistenti e venne
fissata un’imposta straordinaria sul patrimonio, la cui consistenza
doveva essere accertata dalle Giunte popolari comunali. L’imposta era
progressiva e partiva dal 2% per i patrimoni di 200.000 lire per
giungere all’8% per quelli di un milione.
La giustizia
Fu
decretata l’istituzione del Tribunale del popolo, che doveva giudicare
tutti i reati che non avevano carattere politico o militare, cioè i
reati comuni. Il Tribunale del popolo era composto da un presidente e
da cinque giudici popolari scelti dalle Giunte comunali. La difesa era
sostenuta da una persona scelta dall’imputato.
L’importanza del
decreto sulla giustizia risiedeva soprattutto in due princìpi
fondamentali: il principio della gratuità della giustizia e
l’abolizione della pena di morte per tutti i reati comuni.
Il problema dei prezzi
Un
altro decreto approvato dalla Giunta fu quello sul prezzo dei generi
alimentari di prima necessità. Venne costituita una Commissione formata
da operai e contadini, alla quale fu affidato il compito di fare un
censimento dei generi alimentari esistenti nella zona e di fissare i
prezzi di alcuni prodotti fondamentali.
La salvaguardia del patrimonio forestale
Lo
stato in cui si trovava il patrimonio boschivo della Carnia era molto
grave, per i danni provocati dalla guerra e per le devastazioni
incontrollate operate ad uso dei tedeschi.
La Giunta decretò la
proibizione del taglio degli alberi, tranne che per il normale uso di
legna da ardere per le famiglie, e fu progettata l’istituzione di un
corpo di guardie forestali.
L ‘istituzione della polizia municipale
Un’altra disposizione fu quella che istituiva un corpo di polizia municipale: gli agenti, armati ed in divisa, dovevano mantenere l’ordine pubblico, perseguire i colpevoli dei reati comuni e sostituire le forze partigiane ai posti di blocco.
Altri provvedimenti erano
all’esame della Giunta: sulla disoccupazione, sul servizio postale,
sulla manutenzione delle strade, sul problema sanitario ed altri ancora.
Non
fu possibile attuarli perchè l’8 ottobre ebbe inizio il grande
rastrellamento che mise fine all’esperienza della Zona Libera della
Carnia e del Friuli.
Infatti, fallita l’offensiva delle forze
alleate sulla Linea Gotica, i nazifascisti avevano dato inizio a
massicci rastrellamenti, diretti ad eliminare le formazioni partigiane
dell’Italia nord-orientale.
L’attacco cominciò nella zona del
Monte Grappa, continuò con l’eliminazione delle formazioni partigiane
del Consiglio e proseguì con l’offensiva contro la Zona Libera del
Friuli orientale. Infine fu sferrato contro
la Zona Libera della Carnia.
- Decreti e provvedimenti del Comitato di Liberazione Nazionale Zona Libera [PDF 117 KB]